Due nuovi tatuaggi.
I miei capelli di nuovo corti.
Tanto lavoro, troppo poco studio.
Ospedali, per la prima volta per così tanto tempo.
Gli occhi di mio nonno, la sua voce, le sue mani enormi, il suo consumarsi rimanendo in sè fino all’ultimo. E il mio cuore spezzato da qualcosa che non potrà risanarsi mai più.
Casa mia, sempre più piena, sempre meno casa mia.
I Flixbus verso il norde e gli autisti fast&furious contro ogni limite possibile e immaginabile.
Le stronzate che feriscono chi ti vuole bene da sempre, aver paura di rovinare i rapporti. Riuscire ad essere maturi una volta nella vita, ringraziando gli dei, e superare tutto.
I nuovi amici, conoscersi da poco e sembrare di essere cresciuti insieme.
Gli amari a fine serata.
Gli amici. Sempre gli amici. Li amo tutti ma non glielo dirò mai. Non serve dirglielo. La fortuna di avere questa rete che ti sorregge senza appesantirti. L’ammore che ti circonda e circola anche se non te ne accorgi (o fai finta di non accorgertene).
Le risate con Geppi, la fortuna che ci sia ancora a sopportarmi.
I discorsi infiniti in auto, le sigarette, le parole assonnate, le albe inattese.
I concerti che non riesco a contare, tanti che ce ne sono stati.
I baci, troppi o troppo pochi.
I baci e basta. Basta che baci.
Gli occhiali nuovi. E un nuovo volto con gli occhiali con cui parlare.
Le gite, gli orizzonti che non avevo mai visto, i posti dove non avevo mai dormito. Il cavallo che non avevo mai cavalcato (trauma del 2016). L’acqua salata, quella clorata e io che ci nuoto dentro perdendomi nei miei pensieri.
I progetti condivisi. La fatica, l’ansia, la frustrazione per prepararli. La soddisfazione immensa nel riuscirci, anche questa volta.

Le partenze degli altri, i ritorni attesi.
Le smorfie in foto. I giochi da tavolo. Le occhiaie accessorio autunno-inverno-primavera-estate. I sorrisi. Le persone che ho fatto sorridere. Le persone che ho fatto incazzare.
I miei malumori. L’insicurezza. La paura. Forzare le cose. Non fidarsi degli altri. Rovinare tutto. Pensare che così doveva andare. Che i punti servono perché poi si va daccapo.
Il battito del mio cuore.
Le situazioni che do per scontato. Quelle che non realizzo mai siano così scontate.
L’amore che c’è, c’è stato, ci sarà. L’amore che mi smuoverà, che mi farà raggiungere quello che devo raggiungere.
L’amore per me stessa. Per la parola scritta e per tutto ciò che rappresenta per me.
Voglio un 2017 in cui sono costante in quello che faccio. In quello che voglio fare. Consapevole che non ci sia nessun deus ex machina che appaia a salvarmi ma ci sono io, anima salva di nome e di fatto.
Poi, il resto, verrà da me.
Piccolo tassello di un puzzle più complesso.
Non mi interessa, seppur dovessi essere un pezzetto qualsiasi del cielo.
Ci sono.